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Gli Organi da Sala

 

Sono qui esposti tre esemplari di organi da sala: questa tipologia organaria arricchiva infatti sale da concerto e palazzi nobiliari. Erano principalmente i ricchi a collezionare e a suonare questi voluminosi congegni.
I tre modelli in mostra sono accomunati dal meccanismo “a cilindro”, prima modalità di funzionamento nella storia di questi strumenti. 
Il sistema del cilindro chiodato risale al XV secolo: ogni chiodo attaccato al rullo corrispondeva ad una nota musicale. Ruotando lentamente sul proprio asse, i chiodi alzavano delle leve che comandavano un suono ordinato. L’altezza dei suoni veniva disposta lungo la linea orizzontale, mentre il tempo veniva dato dalla rotazione del cilindro. Tale tecnica fu applicata inizialmente all’organo, successivamente inserita in cetre e salteri (poi virginali, spinette e clavicembali), e infine in strumenti a percussione (i pianoforti). Il più antico organo a cilindro fu quello pervenuto a Salisburgo, la cui costruzione fu ultimata nel 1502.

Nel testo “Il Costruttore di Organi” di Dom Bedòs de Celles (1778) si elogia l’invenzione del cilindro chiodato che “…sarà senz’altro molto utile poiché essa fa suonare gli organi molto bene e non richiede alcuna conoscenza ne della musica ne dell’arte di suonare che pochi possiedono in maniera soddisfacente. Si può infatti assicurare che con tale espediente si suona un organo con altrettanta grazia e precisione di quella del più valente degli organisti”.

L’organo a cilindro a forma di secretaire, della seconda metà del 1800 (n.3), mostra come questa imponente struttura potesse inserirsi come mobile d’arredo in un raffinato ambiente nobiliare. 

 

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